Ricco di belle immagini, il volume permette di riscoprire la ricchezza di una pratica che forse tutti, anche i meno vicini a Dio, almeno qualche volta nella vita hanno vissuto, e di cui spesso – anche se si tratta di una delle attività umane cui si ricorre con più frequenza e da più tempo – siamo poco consapevoli. La preghiera c'è, comunque: infatti, scrive Verdon, «ognuno che si guarda intorno con attenzione, che si apre alla bellezza del creato, che si lascia toccare dall'altrui sofferenza, in un certo senso prega».
La prima immagine esaminata è Il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, in cui Gesù è ritratto mentre prega, ponendosi quindi come modello di preghiera, come ha fatto successivamente insegnando il Padre nostro. Ma il senso del dipinto è ricavato dalla destinazione per cui era stato realizzato: in questo caso l'altare di una chiesa monastica, perché – sottolinea l'autore – nella valutazione delle immagini «dobbiamo sempre interrogarci sul loro impatto morale oltre che estetico: sul potere che avevano, nei contesti di origine, di condurre chi le vedeva a misurare la propria vita con ciò che è rappresentato». E in questo caso il dipinto rivela la tensione spirituale dei monaci oranti, che si offrono come specchi dell'immagine in cui ogni credente spera di essere trasformato, grazie all'azione dello Spirito. Gesù stesso ha pregato, e più volte, mostrandosi così come modello, riprodotto in meravigliose opere d'arte.
Certo la preghiera dell'essere umano nasce da una confessione di umiltà, dalla constatazione di una lontananza, di una estraneità che si cerca di superare attraverso un dialogo interiore con Dio. Proprio per questo la preghiera cambia la vita, come cambiò quella degli apostoli che da pescatori divennero pescatori di uomini – lo rappresenta la pesca miracolosa dipinta da Raffaello – e se molti non pregano, «è forse perché hanno paura di divenire ciò che non sono ancora: paura di cambiare, paura di vivere, paura di essere».
Parlare con Dio non è difficile
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Timothy Verdon è un raffinato storico dell'arte che ha la capacità di dar voce alle immagini, per far comprendere i messaggi spirituali e culturali che esse trasmettono. Grazie così a una guida sicura e affascinante, con il suo nuovo libro entriamo nel complesso rapporto che lega l'arte alla preghiera: sia rappresentazione dell'orante – e quindi testimonianza delle diverse modalità praticate nel tempo per rivolgersi a Dio – sia creazione di immagini che devono ispirare e disciplinare la preghiera.
Ma anche in cielo pregano: Maria insieme ai santi e a Cristo, nelle Sacre conversazioni e nelle cupole delle chiese, come in quella del battistero di Padova, o nella Pala di San Giobbe dipinta da Bellini. Qui è la luce che diventa musica visiva, percettibile armonia pittorica. Quella luce che unisce fra loro i personaggi e che – osserva Verdon – qui è metafora della loro preghiera.
Nella meravigliosa Madonna del prato di Giovanni Bellini il volto pensoso di Maria rivela che la sua preghiera è adesione al piano divino e alla sofferenza che dovrà sopportare. La preghiera, quindi, è anche capacità di abitare l'altrui sofferenza: la nostra preghiera, come suggerisce l'artista, deve aprirsi agli affetti, cercando Dio nelle esperienze di umanità che incontra.
Nella preghiera grande importanza assumono gli intercessori, e un dipinto di Lorenzo Monaco, Doppia intercessione, lo spiega con tanta precisione da utilizzare addirittura delle didascalie: in un certo senso, il potere dell'intercessione di Maria consisterebbe in un umanissimo "ricatto di famiglia", secondo Verdon, sapendo che Cristo non può negare nulla a sua madre. Anche la lettura di testi sacri e spirituali può costituire una preghiera, come insegnano tutte le raffigurazioni di san Girolamo, mentre l'arte cristiana associa spesso la stessa Incarnazione con la lettura di un libro, come mostra la bellissima Annunziata di Antonello da Messina.
Le pale d'altare, le immagini cioè che vengono guardate dai fedeli durante la celebrazione liturgica – la forma più compiuta di preghiera collettiva – invitano il credente a cercare qualche cosa in più di ciò che vede con gli occhi, qualcosa che può cambiare radicalmente la sua vita. E qui arriviamo al cuore del discorso di Verdon, che, riflettendo sul ruolo dell'arte sacra nella preghiera, ricorda che le immagini illuminano l'attesa dei cristiani, «preannunziando l'agognata trasformazione per il solo fatto di "trasformare" la materia». Perciò «tutti vengono "edificati" – interiormente costruiti – da immagini viste mentre ascoltano la Messa, perché in quella situazione non sono solo "viste" … ma compartecipate, vissute in sempre nuove configurazioni intersoggettive».Lucetta Scaraffia 06 marzo 2011 da il Domenicale de il Sole 24 ore
Timothy Verdon Libreria Editrice Vaticana, Cdv pagg. 330 |€ 27,oo
Arte della preghiera
Informazioni
Data: venerdì 11 marzo 2011
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